A DUE PASSI DA MONTEROSSO GRANA
La Valle Grana
A pochi passi da Cuneo, Monterosso Grana fa parte del territorio della Valle Grana. Questa piccola valle è una nicchia ambientale pressoché intatta, dove storia antica e natura incontaminata si intrecciano con tradizioni di cultura occitana-provenzale ed eccellenze gastronomiche.
Sentieri e mulattiere accompagnano dalla pianura alluvionale del fondovalle, alle strette gole del torrente, fino alle sconfinate praterie dell’elevato crinale che circonda il Santuario di San Magno, posto tappa GTA.
In poco meno di 25 km lineari, la varietà di ambiente e clima creano un luogo perfetto per frutticoltura, allevamento e pastorizia: tipicità culinarie continuano a segnare l’economia di queste terre, come il pregiato Re dei formaggi già menzionato dal XII secolo, il Castelmagno DOP.
Lasciati conquistare dalle bellezze della Valle Grana
Bellezze artistiche e architettoniche di chiese millenarie e cappelle nascoste tra i boschi sono disseminate in tutti e otto i comuni che concorrono a dar forma al territorio. Dal ciclo pittorico di Hans Clemer presso la Parrocchiale di Bernezzo, agli affreschi di Pietro da Saluzzo a Monterosso Grana, ai piccoli segni distintivi della rivoluzione industriale come il Filatoio di Caraglio, Porta di Valle.
Vi sono sentieri che hanno la capacità di raccontare storie sia per i grandi che per i più piccoli, trasportandovi nella civiltà montana che fu. Strade amatoriali e salite tra le più ardue, come quella per giungere al Colle Fauniera dove vi attenderà la Statua dedicata a Marco Pantani che qui compì una memorabile impresa durante il Giro d’Italia.
Cervasca
Benché sia conosciuta principalmente per i suoi prodotti gastronomici, in particolar modo la castagna cervaschina, i funghi pisacan ed il cioccolato di Bramardi, e le sue grandi fabbriche famose in tutto il mondo, Cervasca è anche uno strategico punto di partenza per molti trekking. Tra le fronde di secolari boschi di castagno, perfettamente curati e custoditi dagli abitanti, si possono scovare angoli inediti e punti panoramici piuttosto suggestivi sulla pianura cuneese.
Qui, inoltre, troviamo il punto di partenza, o di arrivo, del più famoso itinerario escursionistico vallivo: la Curnis Auta.
Il comune di Cervasca fa parte del Parco fluviale Gesso e Stura, area protetta regionale istituita nel 2007 come cerniera di collegamento tra area montana e pianura.
Bernezzo
Per gli amanti dell’arte Bernezzo è una tappa imperdibile. All’interno della Parrocchiale Madonna del Rosario troviamo infatti l’unico esempio di affresco del pittore fiammingo Hans Clemer in Valle Grana, nonché la più antica opera da lui dipinta in provincia di Cuneo.
Bernezzo però è conosciuta anche per le varie competizioni sportive che si svolgono ogni anno fra i suoi boschi, in particolar modo la Gran Fondo Rampignado. I sentieri, perfettamente mantenuti dall’Associazione Amici dei Sentieri Bernezzesi ed altri volontari, si prestano molto bene non solo al trekking ma anche alla mountain bike.
Inoltre, questi boschi sono interessanti anche nella loro parte sotterranea, con grandi grotte e pozzi, paradiso degli speleologi e degli amanti del mondo ipogeo.
Caraglio
Porta geografica della Valle Grana, questo comune ospita anche il più antico Setificio ancora visitabile in Europa: il Filatoio di Caraglio, nel quale è possibile scoprire la storia e tutte le fasi della lavorazione del preziosissimo filo di seta che per secoli ha dato un grande contributo all’economia della zona.
Dall’antica via Brofferio, con i suoi porticati medievali si può accedere alla passeggiata verde che porta il visitatore in cima alla collina del Castello, dalla quale si può godere un suggestivo panorama, passando tra antiche mura e coltivazioni tipiche storiche, tra le quali il famoso zafferano di Caraglio e della Valle Grana. Per restare in tema di prodotti tipici non si può non assaggiare la torta della Vallera e l’aglio di Caraglio, molto delicato e digeribile, in una delle tante strutture ricettive che lo propongono in diverse ricette.
Con il progetto “Acquaviva” il comune ha riqualificato la zona della Polveriera trasformandola in luogo turistico con laghetto balneabile.
Valgrana
Il torrente Grana divide in due borgate principali il comune: la “Villa”, parte più antica del paese che ospita il Municipio, l’Ospizio della Trinità e la chiesa della Confraternita di San Giuseppe, e “Ripalta”, con la Parrocchiale di San Martino e la cappella dei Santi Bernardo e Mauro.
Nei luoghi sopracitati troviamo degli splendidi affreschi medievali, realizzati dalla mano di Pietro da Saluzzo e dei fratelli Biasacci di Busca. Per gli amanti della storia dell’arte si consiglia una visita a Santa Maria della Valle, in frazione Cavaliggi. Questo centro monastico nacque nel 1018 e conserva affreschi ed una lastra longobarda di notevole rilevanza.
Ma per chi invece ama gli sport, numerose sono le possibilità per divertirsi in natura, sia a piedi che in mountain bike, con diversi percorsi tematici nuovi di zecca e segnalati alla perfezione.
Valgrana viene ricordata anche nella storia per aver ospitato, nella frazione di San Matteo, le bande Partigiane GL di Dante Livio Bianco, Nuto Revelli, Duccio Galimberti e Giorgio Bocca durante la guerra di resistenza.
Montemale di Cuneo
Questo splendido borgo, spartiacque tra le valli Grana e Maira, offre suggestive passeggiate tra boschi e coltivazioni, adatte a tutti i tipi di escursionisti e anche alle famiglie, alle quali si consiglia in particolar modo il “percorso del Drago” che si snoda ad anello intorno al promontorio sul quale si erge il Castello, dal quale si può godere di un panorama mozzafiato sulla pianura e sulla catena montuosa alpina.
Sono diverse le particolarità che caratterizzano questo luogo, prime su tutte le tartufaie dell’Associazione Tartuficoltori Valle Grana. In Piemonte, infatti, il tartufo non si coltiva solo nelle Langhe, ma anche in questa zona specifica nella quale si possono trovare tutte le condizioni favorevoli alla crescita del prezioso tubero.
Oltre ai numerosissimi percorsi dedicati alla mountain bike, Montemale è anche una meta obbligatoria per chiunque ami la bici da strada. Il toponimo del comune deriva infatti dall’espressione “mounto mal”, cioè difficile da salire… e si sa che per i ciclisti l’aggettivo “impervio” è sinonimo di “divertente”. Per le stesse ragioni, di notevole importanza è diventata negli anni la manifestazione legata alla gara di Rally delle valli Cuneesi, che richiama appassionati da tutta Italia.
Pradleves
Mentre la bassa e media Valle si contraddistinguono per la produzione di frutta e verdura biologiche, nei tre comuni più in alto eccelle invece, come “Re dei Formaggi”, il Castelmagno. Proprio nel comune di Pradleves sono presenti i due più grandi centri di lavorazione del latte e di commercializzazione del prodotto: il caseificio della cooperativa “Produttori Alta Valle Grana” e la storica cooperativa “La Poiana”.
Il comune è anche sede di due importanti SIC (siti di interesse comunitario), quello del Linum Narbonense e, sempre nella zona del Tiié e di Seviana, quello dei muschi calcarizzanti importantissimi per studi botanici e geologici.
Per quanto riguarda gli sport invernali, assolutamente degna di nota è la pista di pattinaggio che si estende su oltre 700 metri quadri di superficie e richiama giovani e sportivi da tutta la pianura cuneese. Vicino alla pista di pattinaggio si trova la Centrale Gallina: un antico impianto preindustriale trasformato in una centrale idroelettrica che oggi ospita anche una mostra temporanea realizzata dal laboratorio di ricerca storica della Valle Grana.
Numerose sono poi le leggende nate qui, probabilmente anche a causa della conformazione del territorio, ricco di grotte naturali e pianori, che nella fantasia degli abitanti di Pradleves potevano ospitare balli di masche e grandi imprese di piccoli sarvanot.
Castelmagno
In cima alla valle troviamo questo comune sparso, formato da una quindicina di frazioni delle quali sei sono ancora abitate.
Castelmagno, che dà il nome al famoso formaggio, è infatti il luogo in cui iniziò questa produzione, in epoca assai remota. Secondo la leggenda, alla fine del IX secolo alcune forme sarebbero giunte addirittura ad Aquisgrana, alla mensa imperiale di Carlo Magno. Il prestigio del prodotto si evince anche dal fatto che nel 1277 il Marchese di Saluzzo impose al comune di pagare il tributo annuo non in denaro, ma in forme di formaggio.
Castelmagno ospita però anche un altro simbolo della valle: il Santuario di San Magno, meta di migliaia di pellegrini ed amanti dell’arte medievale. Al suo interno infatti troviamo la cappella Allemandi, splendidamente restaurata di recente, affrescata da Pietro da Saluzzo nel 1475. Il crescente culto verso San Magno, però, fa sì che la cappella debba essere presto ampliata con una struttura con volta a botte, antistante la precedente: questa verrà affrescata da Giovanni Botoneri da Cherasco nel 1514 con storie della passione e resurrezione di Gesù.
Molto suggestivo è anche il porticato esterno, risalente alla fine del 1800. Il Santuario conserva una ricca dotazione di ex-voto portati dai devoti in ricordo delle grazie ricevute.
Le Borgate di Castelmagno, sia quelle recentemente recuperate che quelle completamente abbandonate, meritano sicuramente una visita, sia per gli amanti dell’architettura montana che per questioni culturali. Infatti, in alcune di queste, si trovano musei etnografici che ben raccontano la vita e il lavoro svolto dai nostri antenati sui ripidi pendii delle montagne.
Da questi luoghi partono moltissimi sentieri adatti a tutti i tipi di escursionisti, alcuni per raggiungere le cime più alte della valle ed altri, più semplicemente, per passeggiare tra gli alpeggi ricchi di colori e profumi.
Il Colle Fauniera, posto a 2481 m, segna il “punto finale” della valle e la mette in comunicazione con il Vallone dell’Arma sopra Demonte, in Valle Stura. È una salita alpina lunga e impegnativa, dall’importante dislivello, ed è pertanto diventata un’importante sfida per i ciclisti. La discesa è considerata una delle più tecniche delle Alpi. È stato lassù posizionato un monumento in ricordo di Marco Pantani che, su quella strada, fu autore di una grande prestazione che gli fece conquistare la maglia rosa durante il Giro d’Italia.